sabato 2 febbraio 2008

Un gioco di sguardi



Questa poesia di Samuel Beckett è stata scritta tra il 1937 e il 1939.
Le Arènes de Lutèce sono l'arena romana di Parigi, oggi sistemata come un parco pubblico.
La particolarità di questi versi è il gioco, molto cinematografico, di rimandi di identità. Sembra infatti un inizio di sceneggiatura di un film di Alain Resnais.

Arènes de Lutèce

Di là dove siamo seduti più in alto delle gradinate
ci vedo entrare dalla parte di Rue des Arènes,
esitare, guardare per aria, poi pesantemente
venire verso di noi attraverso la sabbia scura,
sempre più brutti, brutti come gli altri,
ma muti. Un cagnolino verde
entra correndo dalla parte di Rue Monge,
lei si ferma, lo segue con lo sguardo,
lui attraversa l'arena, scompare
dietro il basamento dello scienziato Gabriel de Mortillet.
Lei si volta, io me ne sono andato, salgo da solo
i rustici gradini, tocco con la mano sinistra
la rustica ringhiera, è di cemento. Lei esita,
fa un passo verso l'uscita di Rue Monge, poi mi segue.
Ho un brivido, sono io quello che raggiungo,
sono altri gli occhi con cui adesso guardo
la sabbia, le pozzanghere sotto l'acquerugiola,
una ragazzina che si trascina dietro un cerchio,
una coppia, forse degli innamorati, mano nella mano,
le gradinate vuote, le case alte, il cielo
che ci illumina troppo tardi.
Mi volto, sono stupito
di trovare lì il suo viso triste.

2 commenti:

Leomacs ha detto...

ECCOLO!!
Scusa l'intrusione sul meraviglioso Beckett ma sono di corsa!
Domani ti scrivero' con calma dalla casa che siamo riusciti a trovare, intanto fai avere mie notizie al mucchio!
CIAUUUUUU!!

Marilena ha detto...

Figghiuzzoooooo mioooooooo!!!! ci manchi a tuttiiiii e soprattutto a me, tua macrrcdre!!!!