Quando si chiamava "POPOLO" e ora miseramente "GENTE"
Ragazzi di un popolo
riversato nei vicoli
nelle borgate al gioco
irreligioso, antico,
belli della bellezza
del rione, del vizio,
sgolati e ironici,
vecchi nell'inizio
della vita, recenti
nella vecchiezza della
nazione che li esprime:
fatti quasi ardenti
campioni di una razza
che un'allegria assoluta
nel vivo del dialetto
in tipi eterni muta,
dentro la scura scorza
della razza italiana
la loro debolezza
è la loro forza...
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