venerdì 8 febbraio 2008

Quando si chiamava "POPOLO" e ora miseramente "GENTE"



Ragazzi di un popolo
riversato nei vicoli
nelle borgate al gioco
irreligioso, antico,

belli della bellezza
del rione, del vizio,
sgolati e ironici,
vecchi nell'inizio

della vita, recenti
nella vecchiezza della
nazione che li esprime:
fatti quasi ardenti

campioni di una razza
che un'allegria assoluta
nel vivo del dialetto
in tipi eterni muta,

dentro la scura scorza
della razza italiana
la loro debolezza
è la loro forza...

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