giovedì 20 dicembre 2007

Fiumani di parole



Federico Fiumani è uno dei miei canzonettari preferiti.
E'un fiorentino egocentrico e un po' arrogante, algido e sentimentale e uno dei pochi al mondo a riuscire figo col frangettone phonato davanti agli occhi.

Ha scritto nei Diaframma e ha scritto anche poesie. L'ultimo libro è una raccolta di riflessioni, un po' diaristico e intimista, un po' cazzeggio. Eccovi alcuni brani.

Mi sono sempre chiesto del mio successo coi gay...non mi interessa per nulla avere un'avventura di quel tipo. Credo non sia per eventuali meriti estetici (se non la magrezza e l'alta statura), quanto piuttosto per i miei occhi, il mio sguardo che generalmente e inconsapevolmente è uno sguardo che chiede "aiuto". Gli occhi rapaci di alcuni di loro sono lesti nell'avvertirlo.

Di che parla Carmen Consoli nelle sue canzoni? Giuro che non l'ho mai capito.

"La miglior scuola è quella che ti lascia tutte le porte aperte" (Eugenio Montale).
Inculare la mia ragazza sul tavolo dell'ufficio del manager. Farla inculare dal manager. Non so quale delle due fantasie sia quella che mi arrapa di più. Forse la prima. Ma mentre lo faccio sicuramente la seconda. Mi lascio tutte le porte aperte, come la scuola ideale di Montale.

Qualcuno potrebbe pensare che i miei momenti più importanti, di maggior tensione, dove mi metto in gioco siano i dischi o i concerti e invece non è così. I momenti in cui mi sento appeso a un filo con la paura di cadere sono quando la domenica pomeriggio tardi dopo essere stato sempre in casa esco e percorro duecento metri per andare a comprare le sigarette al distributore automatico. Ecco, per me quel tragitto andata e ritorno è il mio momento più difficile...incontro al massimo due o tre persone, ma i loro sguardi sono i più difficili da reggere. L'assoluta banalità, anonimità di quei contatti cela per me una tensione enorme. In loro sento la condanna per il mio modo di vivere.

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